La Prometeo AITF, in aggiunta ai suoi compiti istituzionali, si fa promotrice dell’importanza dello sport nel post trapianto e ci crede tanto da dedicare non poche risorse, lavorando affinché le persone che si impegnano nell’attività sportiva siano sempre di più.
Mi presento: mi chiamo Stefano abito a Settimo San Pietro, ho 44 anni e una grande passione per le due ruote e sono trapiantato di fegato dal 2008! Quando mi è stata diagnosticata la patologia che mi ha portato al trapianto ho cominciato a pedalare, dietro consiglio di Giuseppe, un caro amico.
Poi, nei dieci anni successivi, pedalare mi ha aiutato e reggere la pressione sia fisica che psicologica che la patologia epatica comportava e, di tanto in tanto, partecipavo a delle escursioni con i compagni della squadra “Arestis”.
Nel gennaio 2008 arriva la svolta: la generosità di un donatore e la professionalità dell’intera equipe del dr. Zamboni mi regalano una nuova speranza di vita.
Dopo 5 mesi sono di nuovo in sella alla bici per piccole passeggiate, che via via diventano sempre più impegnative, sino a portarmi a partecipare ai campionati nazionali per trapiantati ANED e ANTO, ai campionati mondiali e ai campionati europei, nonché a tre edizioni delle gare Triathlon XTERRA ITALY come special team, in compagnia di altri due trapiantati nel 2010 e nel 2011: Roberto Fois nella frazione nuoto, Tiziano Ruggiu in quella della corsa e io in sella alla bici; nel 2012 la frazione della corsa è stata eseguita da Fausto Zamboni riuscendo, in questo modo, a consolidare ancora di più, il legame di amicizia che si stabilisce con tutto l’apparato sanitario.
Con la Prometeo Onlus si decide di utilizzare la mia passione e quella di altri trapiantati che praticano sport per comunicare la nostra gratitudine per l’immenso dono e, al contempo, promuovere la cultura della donazione. La costanza nella pratica dello sport è stata alimentata anche da altri fattori, uno tra tutti l’aspetto sociale: infatti pedalando ho avuto la possibilità e la fortuna di incontrare tante persone che, oltre a condividere una passione, mi hanno aiutato e sostenuto nel percorso di vita, permettendomi di scoprire mille modi diversi in cui la generosità può manifestarsi.
La partecipazione ai campionati mondiali, così come a tutte le altre manifestazioni, è stata senza ombra di dubbio anche l’occasione per avere un confronto con altre persone che, pur essendo lontane geograficamente e culturalmente, si ritrovano accomunate dalla voglia di manifestare la gioia del ritorno alla vita e l’enorme gratitudine nei confronti dei Donatori. Con il trapianto, infatti, si rinasce ad una nuova vita e si può (e forse si deve) fare in modo di renderla migliore rispetto a prima, aprendosi agli altri e ricambiando con piccoli gesti la generosità di cui si è goduto.
Se dal punto di vista sociale lo sport può rappresentare una gratifica, dal punto di vista sanitario è indubbiamente uno strumento indispensabile per il benessere fisico e sarebbe opportuno che ogni trapiantato considerasse la pratica dello sport alla stregua delle terapie farmacologiche, ad esempio per l’eliminazione di tutte le tossine che il fisico accumula a causa dei farmaci che si assumono nel post trapianto; ogni centro trapianti dovrebbe farsi carico di trasmettere un forte messaggio in questo senso in modo da incentivare i propri pazienti ad intraprendere o proseguire l’attività fisica, non necessariamente a livello agonistico.
Spesso noi trapiantati affrontiamo il nostro stato con il timore di chiedere troppo al nostro fisico e di sottoporlo a stress eccessivi, ma passeggiare, pedalare, nuotare, giocare a tennis o a pallone con gli amici o magari con i propri figli può essere considerata già un buona abitudine. Certo che poi, se ci si impegna un po’ di più, può capitare di ritrovarsi nella squadra nazionale a competere in gare internazionali, come è successo a me, a Camilla, Pino, Walter, Nino e a tanti altri amici nell’ultima edizione dei campionati europei per trapiantati e dializzati 2012 a Zagabria. Quello che oggi viene fatto da dieci persone mi auguro che possa essere continuato da cento.
Stefano Caredda
Vice Presidenete della Prometeo Aitf Onlus