È arrivato anche in Sardegna il Sofosbuvir, farmaco anti Epatite C, della categoria DAA (Antivirali diretti), che blocca la replicazione del virus e può avviare il paziente verso la guarigione.
Veniva già prescritto negli ospedali, in via eccezionale, per i pazienti gravissimi, ma d’ora in poi il costo sarà a carico del Servizio sanitario nazionale. Sinora, infatti, il prezzo elevato ne impediva il normale utilizzo. Ostacolo superato nel dicembre scorso, in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della determina dell’Aifa che autorizza l’uso e il rimborso. Ma solo negli ospedali e con particolari limitazioni. Un ciclo di cure viene infatti a costare circa 35 mila euro.
La divisione di Medicina dell’ospedale Brotzu, (e la Chirurgia generale diretta da Fausto Zamboni) l’anno scorso hanno sperimentato il Sofosbuvir con buoni risultati. «Potevamo somministrarlo - spiega il primario di Medicina Roberto Ganga - ai pazienti gravissimi. Ora, le nuove norme ci autorizzano a trattare quelli in particolari condizioni, previste in una tabella
Aifa». Il documento dell’Agenzia specifica che «l’accesso al farmaco Sufosbuvir sarà per ora limitato ad alcune categorie di pazienti ben definite… nell’ordine progressivo di priorità, in base all’urgenza clinica, prevista dalla Commissione tecnico scientifica dell’Aifa, secondo le indicazioni del Tavolo tecnico Aifa sull’Epatite C». A seguire, le categorie di candidati alla terapia.
Senza entrare nei dettagli tecnici, si tratta di pazienti effetti da forme gravissime di Epatite C; colpiti da recidiva di Epatite dopo il trapianto di fegato; in lista per trapianto con cirrosi, e possibilità di attesa di almeno 2 mesi; con epatite cronica dopo trapianto di un organo solido (non di fegato) o di midollo.
Il Sofosbuvir è stato inserito fra i farmaci rimborsabili dal Servizio sanitario grazie a un emendamento nella Legge di stabilità che ha messo a disposizione 1,5 miliardi di euro, con i quali si stima di curare 22 mila persone l’anno, per 2 anni. In Italia, sono un milione e mezzo i malati di Epatite C. Di questi, si ritiene che 3-400 mila avrebbero bisogno del Sofosbuvir.
La Regione Sardegna è stata fra le più sollecite ad approfittare dell’opportunità di usare questo farmaco innovativo «la cui introduzione - precisa Ganga - rappresenta un significativo passo avanti, mentre si stanno sviluppando nuovi antivirali che permetteranno di adattare la terapia a un numero sempre maggiore di malati.
Lucio Salis - L'unione Sarda - 24/02/2015